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Katia Bovani, editor e ghostwriter
Pubblicata il 26/04/2022

Benvenut* in STORIES, un progetto di BGTalentUp.

Un viaggio attraverso le storie di persone che hanno costruito il loro successo, passo dopo passo.

Lasciati ispirare e traccia la tua rotta: c’è un mondo pieno di possibilità per fare brillare i tuoi talenti

 

Oggi è con noi Katia Bovani, editor e ghostwriter.

Katia faceva l’avvocato, specializzato in contrattualistica commerciale e diritto delle società, e ha saputo far germogliare la sua nuova professione nutrendo la propria passione, scegliendo di vedere le opportunità che la vita le offriva anche quando poteva sembrare, a ragione veduta, l’opposto. 

Ho conosciuto Katia su LinkedIn e sono grata del sentimento di amicizia e di stima reciproca che ora ci legano. 

Katia è per me ispirazione continua, cura e ricercatezza linguistica e umana.

Katia porta con se (e dona) quel sapere alimentato da curiosità e fatica, di passione e lavoro, che potrebbe permettersi di parlare dal podio ma non lo fa per scelta. 

Grazie Katia, per questa intervista e per questa frase “Se cerchi dentro di te e non vedi niente, quello è il momento di partire perché sei ricco di spazio: soltanto, abbi cura di scegliere un buon maestro.”

Buona lettura!

 

 

 

Ti va di iniziare con qualcosa che parli di te? Una frase, un colore, un gioco…

Più che una frase, la mia è una citazione da una canzone di Carmen Sosa:

“Solo le pido a Dios que el dolor non me sea indifirente, que la reseca muerte no me encuentre vacia y sola sin haber echo lo suficiente”.

Il colore è…tutte le sfumature dal blu al verde chiaro.

Il gioco è la Canasta

Che lavoro fai?

Sono un editor, ghostwriter e writer coach

Come si connette la frase, il colore, il gioco…che parla di te con la tua attività professionale?

A livello cosciente non lo so.

O meglio, il colore indica il mio modo di vivere il lavoro, la frase si riferisce più allo stile di vita che mi ha scelta (perché non sono stata io a scegliere lui)

E’ qualcosa che è sempre stato così o lo è diventato nel tempo? Ti va di raccontare la tua storia professionale attraverso i passaggi che ritieni più significativi?

In effetti la citazione che ho indicato riguarda più la professione che ho svolto in precedenza rispetto a quella attuale.

Facevo l’avvocato specializzato in contrattualistica commerciale e diritto delle società.

Dopo quasi dieci anni professione nella mia città, la vita mi portò a Catania dove ho esercitato anche pro bono in alcuni quartieri a densità mafiosa. Inoltre, data la mai specializzazione, ho potuto toccare con mano cosa significhi essere avvocato in alcune realtà umane a fortissimo impatto emotivo sia per chi ne è coinvolto sia per il difensore.

Poi, molti anni dopo, di nuovo la vita ci ha messo la sua zampetta e – non dopo un importante travaglio interiore – ho scelto di tornare in Toscana dai miei genitori che affrontavano la terminalità: uno di cancro, l’altro di Alzhemeir. Sapevo che ritornando “ a casa” sarei morta professionalmente.

E lì, l’ispirazione: per mio diletto – poiché non avevo mai abbandonato lo studio delle lettere classiche e del linguaggio – mi ero sempre divertita o a curare l’editing di testi di alcuni miei amici che avevano intrapreso una carriera diversa dalla mia o a essere il loro ghostwriter.
Mi ero professionalizzata sul piano cognitivo e didattico e, allora, ho pensato di trasformare questa passione in un lavoro.

Ecco come sono passata da avvocato a editor.

Cosa ti ha fatto passare da una tappa all’altra? Quali motivazioni ti hanno spinto? Cosa/chi ti ha sostenuto? Cosa/chi ti ha guidato?

Sulle motivazioni ho già risposto. Mi hanno sostenuto le quattro persone importanti della mia vita: il mio compagno Andrea, mia sorella Luisa e la figlia di quest’ultima che, in grado di parentela sarebbe mia nipote, ma per me è una sorella minore che adoro, Claudia.

Infine – e ne parlo in fondo perché, per me, rappresenta un affetto specialissimo – la persona che ha creduto in me prima ancora che ci credessi io, il Prof. Alessandro Bertirotti fondatore dell’Antropologia della Mente e docente di Psicologia per il Disegn presso il Dipartimento  di Architettirra e Design dell’Università di Genova. Ci conosciamo a moltissimi anni e il nostro rapporto è andato consolidandosi come quello di due  reciproci alter ego

Quanto è importante avere chiara la meta a cui si vuole arrivare? E quanto è importante avere in mente l’impronta che si vuole lasciare nel mondo?

Entrambe sono condiciones sine qua non avrebbe senso vivere

Nel tuo lavoro il mercato/settore fa la differenza? E l’azienda in cui si lavora fa la differenza?  Ci sono competenze soft / hard specifiche? E quali sono le competenze che è sempre necessario avere per fare un lavoro come il tuo?

Personalmente lavoro da sola nel senso che non ho soci né dipendo da un datore di lavoro.

Credo che, sì, il settore possa fare la differenza, ma sino a un certo punto. Io mi dedico soprattutto alla scrittura argomentativa, ma lavoro anche in quella creativa. In quest’ultimo settore, la concorrenza è molto forte. Alla lunga, ciò che fa emergere è la competenza tecnica mista all’autorevolezza che il professionista ha coltivato nel tempo. Direi che quest’ultimo elemento fa la differenza nel mercato.

L’incidenza delle competenze soft è la stessa di quella delle competenze hard: saper comunicare in modo efficace è importante tanto quanto la conoscenza dello strumentario linguistico.

Cosa significa per te avere successo?

“Successo” è il participio passato del verbo “succedere”. Quindi…per avere “successo” nel senso comune del termine occorre avere compiuto scelte di fondo ben definite e convinte all’inizio della propria carriera

Oltre alle competenze cosa serve per avere successo?

Due cose.

Capacità di ascolto che significa rinunciare a una quota del nostro egoismo per far parlare l’egoismo altrui.

Spirito di osservazione che non vuol dire impicciarsi delle cose altrui, ma affinare la sensibilità verso lo spostamento d’aria che provoca una mosca quando ci passa accanto

Come vedi il fallimento, l’errore?

Lo vedo come una fase in cui si devono usare due occhiali.

Quelli del momento in cui si fallisce e che ci fanno vedere solo la distruzione del nostro mondo. Secondo me è importante sentirla tutta quella distruzione e farsi assorbire da lei. Poi, come ogni evento, anche lei ha una sua emivita, trascorsa la quale bisogna inforcare velocemente le lenti “del giorno dopo”.  Ci fanno vedere che tutto quel dolore non è servito a farci morire fisicamente e, allora, la scelta è obbligata: andare avanti.

E poiché non si può andare avanti ripetendo l’errore, ecco che arriva –da solo- il tempo della tesaurizzazione.

Ti è capitato di vederti chiudere delle porte nel tuo cammino? Di “cadere”? Cosa hai fatto?

Moltissime porte ho visto chiudersi davanti al mio naso quando facevo l’avvocato e sono anche caduta.

Cosa ho fatto…ho fatto questo. Ho voluto sprofondare in questa esperienza e toccarne il fondo perché solo arrivando in fondo, poi la spinta mi ha riportata in alto

Quali dubbi hai avuto e quali momenti di epifania? Cosa ne hai fatto?

Nei momenti di fallimento ho dubitato subito di me senza focalizzare altro ed è stato lì che mi sono lasciata travolgere dal fallimento.

Poi è sempre arrivata la persona giusta al momento giusto oppure l’intuizione giusta che ha coinciso con quella che ho chiamato “spinta verso l’alto”

Cosa hai capito di te nel tuo percorso? Cosa hai imparato?

Ho capito che non si è vissuto con pienezza se non ci siamo messi a servizio della vita.

Chi ha avuto la fortuna di nascere in un luogo della Terra dove non ci sono dittature né guerre, da una famiglia che lo ha accolto come una gemma, ha potuto scolarizzarsi e  raggiungere un grado culturale ragguardevole, ecco… chi ha vissuto tutto questo ( e io l’ho vissuto) non può che essere grato all’Universo o al Dio in cui crede. Essere grati non significa solo dire “grazie”. Serve a poco.

Personalmente, ringrazio nel modo che  Paolo  di Tarso ci ha indicato nella sua prima lettera ai Corinzi.

C’è qualcuno che ti è stato particolarmente vicino nei momenti critici? Nelle scelte più grandi?

Sì. Finché sono stati vivi, i miei genitori.

Da quando sono mancati, il mio compagno e Alessandro Bertirotti.

Cosa ti motiva, cosa tiene alta la tua energia?

Il pensiero del “domani”

Che rapporto hai con la fatica?

Un rapporto predittivo. Se non provo fatica vuol dire che quello che faccio non sarà granché

Quanto è importante per te, nella riuscita professionale lo studio? E che tipo di studio? Università, corsi specialistici…altro?

Moltissimo, lo studio è tutto.

Ma non necessariamente quello universitario.

L’importante è scegliere un settore e poi studiare, studiare tutto ciò che è possibile e, se possibile, professionalizzarsi in quel settore

E il confronto con altre persone?

Imprescindibile

E l’esperienza sul campo?

Imprescindibile

Ti va di riassumere cosa accade nella tua giornata tipo? Attività che fai, persone che incontri…

La mia giornata tipo quando non devo incontrare qualcuno si svolge così: vado a letto molto presto e, quindi, mi alzo presto. Colazione, pulizia personale e poi mezz’ora di preghiera.

Poi affronto il lavoro che è suddiviso dedicando “x” tempo a ciascuno dei lavori che ho in  corso in quel momento e “x” tempo allo studio.

Lo studio non mi deve mai mancare. Inserisco un intervallo tra le 14 e le 15 per riposare e poi via di nuovo sino alle 19.

A quel punto, se sono in condizioni fisiche adeguate, faccio un po’ di movimento e, se non è possibile, mi dedico alla lettura.

Una cosa importante: cadesse il mondo, nell’arco della giornata voglio sempre trovare tempo per essere disponibile nei confronti di chi può avere bisogno di me.

Quali altre tappe lavorative vedi da qui in poi? Se ti va di condividerlo, sono connesse in qualche modo a obiettivi di vita?

Vedo l’inizio, nel 2022, dei miei corsi di scrittura argomentativa perché desidero trasferire il metodo che ho messo a punto per questa scrittura

Cosa porti e cosa ricevi nel tuo lavoro?

Porto  me stessa, per come sono.

Ricevo le vite degli altri che si manifestano nella loro scrittura

Cosa ti fa sentire davvero soddisfatta?

Essere in equilibrio

Che talenti deve avere, scoprire, allenare una persona per essere un professionista di valore nel tuo campo? Intendo sia un giovane o una giovane agli inizi della sua carriera, sia una persona adulta che vuole riposizionarsi.

Un giovane deve puntare molto sui vantaggi della gioventù e, dunque, scolarizzarsi al massimo nell’ambito di ciò che lo interessa: se quest’ultimo riguarda materie scientifiche, deve frequentare una buona scuola o un buon coach di scrittura creativa o argomentativa, oppure ancora fare esperienze redazionale.

Ma, soprattutto, studiare, studiare e leggere non soltanto ciò che lo interessa: bisogna tenere conto che alla base del mio lavoro ci sono un’ottima proprietà di linguaggio, e solide conoscenze linguistiche.

Mutatis mutandis consiglio la stessa cosa anche all’adulto che vuol riposizionarsi, ma con una precisazione: porsi nella disposizione d’animo di apertura verso il nuovo e affrontare il percorso solo se fortemente motivati perché “riposizionarsi” significa, talvolta, compiere una torsione cognitiva di un certo rilievo.

Che attitudine verso l’educazione permanente?

Completa

Cosa a tuo avviso deve invece evitare di fare?

Fossilizzarsi sulle proprie convinzioni. Bisogna saper accettare i punti di vista altrui, saper ammettere l’errore, dire “grazie” e  saper chiedere “scusa”

Secondo te, c’è un momento in cui è troppo tardi cambiare strada per seguire il proprio sogno?

Mai

Una frase che hai voglia di regalare a chi ci segue

Se cerchi dentro di te e non vedi niente, quello è il momento di partire perché sei ricco di spazio: soltanto, abbi cura di scegliere un buon maestro.

 

Le parole che hai letto sono di Katia. 

Nessun Intervento di omologazione è stato fatto da BGTalentUp, perché crediamo che la diversità sia un valore; perché ogni storia è di chi la vive e per noi è importante rispettarne lo spazio e l’identità e promuoverli presso chi riceve la storia in dono. 

STORIES è un progetto sociale che ha lo scopo di aprire nuove prospettive a chi ha voglia di vederle. 

STORIES è un progetto che ha l’ambizione di ispirare ciascuna persona a scoprire, nutrire, far brillare i propri talenti. 

Possiamo lasciare la nostra impronta nel mondo in molti modi.

Ciascuna impronta, se costruisce per noi e per gli altri, ha uguale rilievo. 

 

Se desideri condividere un pensiero, una domanda, una considerazione le porte di BGTalentUp sono sempre aperte!

Scrivi a barbara@talent-up.it

Interagisci su LinkedIn dove troverai anche una breve video intervista (formato Social!) a Katia Bovani. 

Ogni intervento che onorerà la curiosità di scoprire e la storia che è stata generosamente condivisa è benvenuto. 

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